Valutazione
CUCINA
CANTINA
AMBIENTE
SERVIZIO
Vale la visita per
Lo ‘shiromi karaaghe’ (branzino croccante, con tempura di verdure, alghe e germogli di soia).
Design ‘cosmopolitano’ per questo elegante locale di cucina giapponese posto nella parte sud-orientale della città, non troppo distante dalla Fondazione Prada. L’ampia carta (presentata su tablet) è basata su una materia prima di discreta qualità tramite cui dare vita ai classici del Sol Levante, proposti con cura e senza eccessiva “domesticazione” occidentale. Vasta è la scelta di sushi, sashimi, uramaki e nighiri, mentre fra i piatti caldi non mancano gustosi yaki udon e yaki soba (rispettivamente pasta di farina di grano duro e di grano saraceno saltate con verdure e gamberi), oltre a ravioli in varie fatture e tempura. Buoni anche i carpacci e le tartare di salmone, tonno, riccola, gamberi rossi. Degni di nota i piatti a base di wagyu, fra i quali i ravioli di wagyu Miyabi Beef con tartufo nero. Curata carta dei vini (resa ancor più importante dalla presenza di un sommelier), ricca di etichette blasonate sia italiane sia francesi, proposte, però, a prezzi da capogiro. Bella selezione di sakè, oltre a qualche nota birra giapponese. Conto sui 55 euro.