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La Guancia di Mora Romagnola.
Sul Naviglio Pavese, il caos cittadino è così lontano che sembra di essere fuori Milano. Qui, nel 2018, tre giovani amici hanno fondato DistrEat una formula giovane e moderna di ristorazione a tutto tondo, dalla prima colazione, fino al dopo cena nel segno della condivisione e di una cucina classica, lineare e ben eseguita. Si parlava di condivisione ed in effetti DistrEat, da questo punto di vista è un luogo, assolutamente originale se si spensa che condivide i suggestivi spazi esterni con una nota agenzia di comunicazione internazionale con la quale organizza, non di rado, eventi nel segno del bon vivre. A guidare la cucina due dei tre soci fondatori: Federico Sordo e Andrea Tirelli.
Federico Sordo e la milanesità
Federico Sordo, in particolare, ha frequentato le cucina di Sadler e Oldani prima di lavorare da Cesare Battisti al Ratanà, posto nel quale ha incontrato Tirelli, decidendo poi di fondare un luogo tutto loro nel quale esprimere liberamente la propria concezione di cucina. Ci vuole poco a rendersi conto che qui l’attenzione alla materia prima non è uno slogan, ma è il frutto di un’accurata selezione fondata sul rapporto diretto con tanti piccoli produttori, soprattutto lombardi, i cui prodotti, peraltro, sono anche in vendita presso la dispensa del ristorante. La cucina è un po’ ristorante gourmet ed un po’ osteria moderna. Oltre alla Carta, c’è un menu degustazione di 5 portate che cambia ogni tre mesi ed una sezione dedicata agli Irriducibili, i signature dish degli chef. Noi abbiamo pescato alla carta un interessantissimo Finto sashimi di barbabietola, salsa ponzu, maionese all’acciuga, yogurt al rafano, semi croccanti e finocchietto, piatto “umamico”, non privo di una bella nota terrosa data dalla barbabietola, che racconta molto delle capacità dei due giovani cuochi. A seguire dei rustici Ravioli del plin ripieni di salsiccia, cipolla e stracchino, stracciatella di bufala e lime. Quindi dalla sezione irriducibili abbiamo pescato una Guancia morbida di Mora Romagnola, purè di patate e salsa alla cacciatora semplicemente lussuriosa. Piatto perfetto, una carezza per il palato. Meno interessante il dessert, un Babà al Rum, namelaka di castagne e salsa di cachi davvero non irresistibile. Un posto in cui si sta bene e si torna volentieri.