Passione Gourmet Trattoria Archivi - Milano Passione Gourmet

Nautilus

In posizione strategica, nella piazza che ospita le Colonne di San Lorenzo, ha aperto da pochi mesi il Nautilus Trattoria di Mare. Accoglienti gli interni con una grande veranda che funge da sala principale, all’interno mura con mattoni a vista, oggetti e dettagli che rievocano il mare, un acquario con il pesciolino “Nemo” e una saletta più elegante con morbidi divani riservata per piccoli gruppi. La cucina guarda in primis al mare con una proposta di stampo tradizionale che comprende una bella selezione di crudi. Ma non solo. C’è la pizza in stile friabile/croccante, c’è una divertente sezione della Carta dedicata agli intramontabili anni ’80 con Cocktail di gamberi, penne alla vodka ecc. , c’è la Spagna con la Paella sia in versione Valenciana che di Marisco ed una serie di tapas da condividere al centro della tavola o anche da gustare come accompagnamento all’aperitivo nel Fish Happy Hour dalle 17.00 alle 19.30. Noi abbiamo esordito con un ottimo Carpaccio di tonno affumicato con cipolla caramellata al Nero d’Avola in cui abbiamo potuto apprezzare la qualità della materia prima; quindi un assaggio di crudi con Tartare di ricciola con julienne di finocchio e maionese all’aneto, Gambero rosso di Mazara ed una fantastica Ostrica fin de claire. Non male anche i Tagliolini all’astice e pomodorini datterini ed anche il Rombo con i Porcini è stato davvero ben eseguito. La carta dei vini comprende un centinaio di etichette circa, con bollicine e vini bianchi italiani a farla da padrone, a cui si aggiungono qualche Champagne e qualche vino rosso. Un luogo giovane, vivace con una proposta gastronomica fondata su una buona materia prima, una cucina semplice ma fatta bene che incoraggia alla condivisione ed allo stare insieme.

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Nella signorile via Statuto, nel quartiere Boho-chic di Brera, Taverna Trastevere è una bella insegna avviata da qualche mese e già sovraffollata di clienti. Si tratta del secondo progetto gastronomico di Nicolas Vaporidis e Alessandro Grappelli, amici da sempre e soci in affari, che nel 2021 hanno avviato, con successo, un luogo di ristoro che mette in tavola il meglio della robusta e gustosa tradizione capitolina. Durante la bella stagione, si può optare per un tranquillo e appartato dehors allestito nella corte interna dove dimenticare le fatiche della giornata godendo un po’ dell’atmosfera magica e ‘friccicarella’ di Trastevere a Milano; altrimenti si può soggiornare nella bella sala interna, arredata con chiari rimandi all’Urbe, tovaglie immacolate e una bella cucina a vista, coccolati del garbo professionale del personale. In carta, alle pietanze della tradizione si accostano anche Pinsa romana e pietanze di pesce, come Tartare di pescato, Calamari fritti, Spaghetti alle vongole veraci, Spigola al sale e via preferendo. Optiamo per vari assaggi di antipasti: croccanti, dorati e filanti i Supplì, dal chicco al dente, infarciti di ragù alla bolognese; come nonna insegna, golose, confortanti e un filo sapide le Polpette in umido; delicata la Trippa alla romana al sugo di pomodoro, rinvigorita da foglie di mentuccia, come tradizione docet. Tra i primi, gustiamo degli Spaghettoni fatti in casa all’amatriciana ricchi di guanciale e della loro salsa rustica e godereccia. In carta, anche Carbonara e Tonnarelli cacio e pepe. Tra i secondi piatti, assaporiamo dei teneri e stuzzicanti Straccetti di Vitello con rucola e pomodorini di pachino freschi; in lista, non mancano ovviamente i Saltimbocca, il Coniglio alla cacciatora e le Costine di agnello. Concludiamo questa bella sosta godereccia, con una leccornia romana che più romana non si può: il Maritozzo, soffice paninetto semi dolce ricolmo di crema e tanta aerea panna fresca. La carta dei vini di Taverna Trastevere vede una sezione dedicate alle bollicine nazionali e d’Oltralpe, con etichette non ordinarie.

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In prossimità del gremito e vivace Corso Buenos Aires, in una strada parallela meno caotica, alloggia Pane al Pane Vino al Vino, genuina osteria “di una volta” che propone una schietta cucina piacentina e lombarda gestita con passione ed entusiasmo da Luca Fieni e consorte. Come antipasto, scegliamo un bel basket ricolmo di Gnocchi fritti eterei e tondi serviti, in perfetto clima godereccio e ruspante, su carta oleata accompagnati da salumi e formaggi di piccoli e selezionati produttori locali (golosissimo il gorgonzola Panna Verde DOP del Caseificio Angelo Croce). Graziosi e saporiti i Tortei verdi con la cua (tortelli con la coda), conditi con funghi porcini; In lista, Anolini in brodo, Pisarei e faso’ (Pasta e fagioli), Ravioli di zucca con burro di cascina e granella di amaretti e tante paste fresche. Succulento e morbido lo Stinco al forno con patate e tante le proposte di carne tra cui la Costata di asinina, la Trita cruda di cavallo, la Costoletta alla milanese alta e rosa fritta nel burro chiarificato, oppure in versione Orecchia di elefante. Dulcis in fundo, assortimento di torte fatte in casa (Tortino di mele caldo con gelato alla vaniglia, Ciambellone caldo di pere e cioccolato con crema di mascarpone, Torta di amaretti e cioccolato fondente con gelato alla vaniglia, Salame al cioccolato con crema di mascarpone) magari accompagnandole con un calice di Malvasia Dolce o di Passito. Carta dei Vini piuttosto condensata perfettamente coerente con le specialità in lista e l’identità autentica e casalinga dell’insegna del locale.

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La storia delle tavole meneghine passa anche per luoghi che da almeno quarant’anni registrano felici consensi da un pubblico ampio e variegato che, nonostante il susseguirsi delle generazioni, resta fedelmente ancorato allo stesso tavolo per mangiare determinati piatti della tradizione. Dal 1982, nel cuore di Baggio, molti milanese si recano all’Osteria alla Grande. Si tratta di una delle storiche insegne che preservano e tramandano la cucina tipica meneghina, quella sostanziosa, senza fronzoli o compromessi. In ambienti angusti ma accoglienti, tra il fascino caotico di cimeli, quadri artefatti, cornici e oggetti di ogni genere, il patron Roberto, detto lo Smilzo, oste burbero e ironico, e la cuoca Elena, sono pronti a mettere in scena ogni sera uno spettacolo che va avanti ormai da tempo immemore. Ed ecco arrivare in tavola i piatti “classici” come una Cotoletta alla milanese dalla panatura croccante e la carne morbida, tanto celebre e gustosa, uno dei motivi del grande successo di questo locale. L’unica nota che dobbiamo necessariamente segnalare riguarda la carne utilizzata: qui di maiale e non di vitello. Secondo l’oste sarebbe proprio quella di maiale la carne utilizzata nella ricetta originale della tradizione milanese. Su questo abbiamo qualche perplessità che però lasciamo cadere gustandoci con piacere questa variante. Un altro classico da gustare è la Cassœula, se ordinata per tempo, ma anche un Rognoncino trifolato se si è amanti dei sapori decisi. Il Risotto alla Longobarda con zafferano e porcini, poco compatto e mantecato, invece non convince così come qualche contorno anonimo come le patate lesse che accompagnano il rognone. Sono molto validi, invece, i salumi. Tra i pochi dolci fatti in casa abbiamo apprezzato la Torta di pesche (conservate) e cioccolato. Osteria alla Grande è un luogo sincero dove il conto è onesto. Carta dei vini ridotta e servizio solerte. A pranzo c’è un menu fisso a 9 euro.

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In pieno centro, nelle viette tra Via Torino e Piazza Missori è nato Sugo, una trattoria moderna che sin dall’ingresso riporta agli anni ’70 con dettagli come il Rischiatutto o i classici vecchi tubolari rossi per i neon. La sala è piccola, abbastanza spoglia, illuminata dalla parete a vetro che da sulla piccola via dell’Unione. L’accoglienza è sorridente ed il benvenuto arriva con un mini piattino di gazpacho nel quale fare la scarpetta con del pane. Il piattino è in condivisione, in tempi post pandemici può essere un azzardo ma anche un buon auspicio. I piatti sono semplici, in cerca di un guizzo: interessante la Melanzana affumicata con semi croccanti e caviale di quinoa, meno incisiva la Tartare di manzo, tuorlo d’uovo fritto, salsa verde e bergamotto. L’impressione è che lo Chef Matteo Ceppi stia cercando una dimensione che possa coniugare i prezzi, non modici, con una cucina che lasci più il segno. Da Sugo due le possibilità di degustazione: da 3 piatti a 45 euro e da 5 piatti a 60 euro. La carta dei vini sembra essere mensile e propone una bolla, un rosso ed un bianco al calice.

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Locale fondato negli anni trenta dalla famiglia Villa, tuttora timonato dal nipote Giuseppe, al civico 11 di Via Santa Marta nel quartiere de “le cinque vie” del centro di Milano, Trattoria Milanese è sita a pochi passi da Piazza Affari. Nato come semplice luogo di ristoro è divenuto negli anni un riparo sicuro ove assaporare vecchie ricette della cucina meneghina e nazionale. L’ambiente è quello della classica trattoria milanese, con importanti travi di legno a vista e librerie ricolme di bottiglie arredato con quella eleganza sobria e misurata insita nello spirito milanese.

Si debutta con dell’ottimo cotechino di Canneto dalla grana morbida e compatta e stuzzicante giardiniera di propria produzione croccante e ben assortita. Tra i primi in lista, classici della tradizione italiana quali trofie al pesto, tagliatelle con funghi porcini secondo stagione, tortellini con sugo d’arrosto e classici della tradizione lombarda come tortelli di zucca, risotto allo zafferano, risotto con ossobuco o al salto e gnocchi di patate.

Come secondi piatti degustati, “busecca” (trippa) alla milanese che appaga il palato con la giusta consistenza e sapidità delle carni mitigata “ad hoc” dalla lieve dolcezza del soffritto e delle sue verdure, gustosi e generosi “mondeghili” di carne e cervella fritta alla milanese purtroppo nociuta da una doppia impanatura che l’ha eccessivamente prosciugata. In carta, fegato, rognone, brasato e polenta, costoletta alla milanese, carne cruda olio e limone, mondeghili di verza con puré. Ampia scelta di vegetali di stagione proposti sia crudi che cotti, ottima alternativa per un pasto vegetariano.

Per terminare, un buon tiramisù al piatto e l’immancabile corroborante zabaione caldo. Carta dei vini, anche al calice, piuttosto incoraggiante nei prezzi con qualche bottiglia importante.

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A La Pesa, trattoria dalla cucina orientata quasi esclusivamente alla tradizione milanese, si respira aria di casa, data anche dal servizio sorridente e premuroso.

Il locale, piuttosto ridotto di dimensioni, è arredato con cura in una piacevole veste verde salvia chabby-chic composto da una sala principale ed una più riservata, con tre tavoli. Tra gli antipasti della tradizione possiamo trovare: la Tartare della Macelleria Oberto, il “Tagliere tipico” – composto da gnocco fritto pancetta, coppa, salamino, cipolline borettane stufate ed eccellenti nervetti con il giusto “nerbo” in insalata – , i gustosissimi “Sciatt” farciti con taleggio fuso e i Mondeghili fatti, invero, a guisa di piccole sfere, rielaborati nella forma e non nella sostanza, accompagnati da una salsa di pomodoro agrodolce che ricorda la rubra. Tra i piatti principali segnaliamo l’immancabile “Oss Büs” – Ossobuco di vitello servito con riso giallo – “Il Salto” – Riso giallo saltato in padella, Rognoncino di vitello trifolato con purea di patate. Un’ottima proposta divergente dalla classica carbonara di estrazione romana è lo spaghettone quadrato “Pastificio Mancini” cotto “al dente” con guanciale croccante e una crema di zafferano, al posto delle uova, per celebrare ancora una volta la milanesità. Una delizia! La Busecca alla milanese con fagioli bianchi, invece, seppur preparata impiegando buone materie prime, risulta piuttosto carica di olio che ne sminuisce l’essenza prevalendo sul piatto.

La carta dei vini, in linea con le proposte del menu, si completa con un paio di birre artigianali.

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L’Osteria la Bistecca cala i suoi assi sin dall’ingresso: la cucina a vista inebria con i suoi profumi e la vetrina che mostra la frollatura della carne al suo fianco fuga ogni dubbio, per quanto il nome stesso non lasciasse molto spazio a fraintendimenti. L’atmosfera è quella della trattoria toscana d’altri tempi, ma nel menu si spazia al di fuori dei confini regionali, il fiore all’occhiello sono i secondi di carne. La “Fiorentina x2” arriva al tavolo già porzionata, piuttosto fina, quasi in stile tagliata. Le fettine poggiano col cuore rosa sul piatto caldo, la cottura prosegue così risentendone inevitabilmente. Il servizio è sbrigativo ma efficace e cortese. La cantina dei vini sorprende, nella sezione dei rossi, con delle chicche senza ricarichi eccessivi. Qualche attenzione in più potrebbe dare a questa osteria vecchio stile il guizzo necessario per imporsi come classico sempreverde.

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Passione Gourmet Milano è una guida all’offerta enogastronomica della città. Come tale, è in costante aggiornamento e focalizza la sua attenzione sulle differenti tipologie di locali presenti nel tessuto urbano: ristoranti, pizzerie, street food, cocktail bar, pasticcerie… e, considerando il periodo attuale, i sempre più numerosi delivery & take away. Un database a uso e consumo dell’utente, con il quale cerchiamo di raccontare, senza pretesa di esaustività, la costante evoluzione del panorama gastronomico milanese.

Cascina Cuccagna, come dice il nome, è una ex cascina inglobata nella città di Milano. Un Posto (a Milano) informale, aperto tutto il giorno, con una buona e varia proposta gastronomica e un’attentissima selezione della materia prima.

Il polpo al vapore con cavolfiore in giardiniera è ben eseguito sebbene al palato sia un po’ penalizzato dall’eccesivo sapore di aceto. Tradizionalissimi i primi piatti, tra cui si distingue una classica e goduriosa tagliatella con sugo alla bolognese. Ci si ritrova di colpo sulle coste venete con il dentice alla Busara, servito con la polenta bianca e un intenso fondo di pesce. La tagliata di cavallo, invece, seppur ben eseguita, sconta un inevitabile confronto con delle creazioni già viste sulla piazza meneghina mentre si percepisce, purtroppo, l’assenza della cottura sulla brace e la mancanza del piacevole retrogusto affumicato. Una menzione speciale va fatta invece sui lievitati, prodotti in casa, davvero buoni e fragranti, oltre che variegati.

Personale e per nulla scontata la carta dei vini. Un Posto a Milano è un’ottima trattoria, insomma, in grado di mantenere un buon livello di cucina nonostante il gran numero di coperti.

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Passione Gourmet Milano è una guida all’offerta enogastronomica della città. Come tale, è in costante aggiornamento e focalizza la sua attenzione sulle differenti tipologie di locali presenti nel tessuto urbano: ristoranti, pizzerie, street food, cocktail bar, pasticcerie… e, considerando il periodo attuale, i sempre più numerosi delivery & take away. Un database a uso e consumo dell’utente, con il quale cerchiamo di raccontare, senza pretesa di esaustività, la costante evoluzione del panorama gastronomico milanese.

Una trattoria antica e nuova, che si prefigge di rivedere la cucina tradizionale al fine di proiettarla nella modernità. Nonostante l’anno, davvero sfortunato, Maria e Giovanni Moratti non si sono scoraggiati e anzi si sono adoperati per arrivare capillarmente nelle case dei milanesi ma solo su ciaosergio, e con un anticipo minimo di 4 ore. Già dalla cura e la bellezza del packaging si può intuire la qualità della proposta: in una bella borsa di tela personalizzata arrivano i contenitori in cui si trovano gli ingredienti sigillati sottovuoto, e seguendo le istruzioni in pochi semplici passaggi si riesce a confezionare piatti eccellenti. I tagliolini al ragù di cinghiale sono magistrali sia per la qualità della pasta sia per l’intensità del ragù, l’agnello arrosto con l’aggiunta del suo fondo è solo apparentemente un piatto semplice, e anche il prosciutto fatto in casa coi talli d’aglio si fa notare. In definitiva la proposta di Ciciarà si impone senza dubbio come uno dei migliori servizi di delivery in città.

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