Passione Gourmet sushi Archivi - Milano Passione Gourmet

Feel

Di fronte a Piazza Tre Torri, nel prestigioso e avveniristico CityLife District, alloggia dal 2006 Feel, felice insegna di cucina ‘fusion’ di impronta cinese con larghi tocchi nipponici timonata da Stefano Hong Yu Zhao, giovane discendente di una famiglia originaria di Zhejiang, che ha la ristorazione nel sangue e che, 30 anni orsono, aveva avviato una delle primissime gastronomie orientali in zona Moscova. Il locale, dai toni chiari, è sobriamente elegante, si articola in due belle salette con comode sedute, candele e luci tenui e ospita una settantina di posti a sedere dove si muove il premuroso ma mai invadente Stefano e il personale super garbato. La cucina, come accennato, accosta con scioltezza pietanze della cucina classica mandarina a quelle nipponiche (ha la selezione di Roll più vasta in città), impiegando buone materie prime cucinate rigorosamente ‘espresse’. Debuttiamo con una Specialità al cucchiaio che ospita della ricciola allestita con salsa miso allo yuzu, rafano fresco (una rarità), avocado che gioca su un bilanciato e ‘umamico’ contrasto agrodolce – piccante risultando gradevole e davvero stuzzicante all’assaggio; proseguiamo con i Samurai Stick, deliziosi e croccanti bastoncini di sfoglia fritta che avvolgono succulenti gamberoni ed emamane, da intingere in una sorta di salsa cocktail piccantina; il Pollo sdilinquisce con la sua morbidezza e l’aurea, golosa e profumata crema al cocco e curry; altrettanto appetitoso il Manzo al peperoncino; gli Spaghetti di soia, cotti a puntino, sono insaporiti da peperoni dolci, carne trita di maiale e un tocco di salsa di soia che conferisce loro una congrua sapidità. Terminiamo con una degustazione di Sushi e Sashimi connotata da un’ottima cottura del riso e che trova la sua massima espressione negli Involtini di alga con ripieno di gamberoni. Completano la sosta, gelati e Ice Mochi in varie declinazioni. La carta dei vini di Feel propone una valida offerta di etichette nazionali ed estere, una sezione dedicata alle Bollicine, il tutto a equi ricarichi.

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Yoshinobu, uno dei ristoranti giapponesi più autentici e affidabili di Milano, si distingue per la sua impeccabile selezione di materie prime, presentate in un ambiente minimalista che, tuttavia, può risultare eccessivamente austero e scarno per alcuni gusti. Due sale compongono il cuore dello spazio: la prima, può ospitare circa una dozzina di persone, mentre la seconda è un autentico sushi bar, capace di immergere gli avventori nell’atmosfera autentica di uno spartano “sushi-ya”, mangiando davanti allo shokunin Yoshinobu Kurio all’opera.

Qui lo Chef Yoshi selezione con meticolosa attenzione le varietà di pesce migliori. Il suo impegno e la sua passione si riflettono nella preparazione manuale dei classici Nigiri, serviti a una temperatura del riso ottimale, e spesso con un tocco creativo: alla nostra ultima visita c’era un eccellente Morone con polvere di yuzu, in cui la materia prima era trattata con massimo rispetto. Il menù varia giornalmente, e realmente, in base alla disponibilità che offre il mercato. Ci sono poi alcune specialità della casa come i collari di pesce alla brace e i Nanban di sardina. Il pranzo offre l’opzione conveniente del Bento box, tipica scatola con compartimenti che cambiano giornalmente, regalando svariati assaggi della cucina giapponese. A cena da Yoshinobu il conto sale. Il servizio, coerente con l’atmosfera sobria ma autentica del locale, è discreto e mai invasivo. La cantina contempla qualche etichetta di vini rinomati a una piccolissima selezione di Sakè.

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Mu Delivery è il marchio delivery puro del gruppo MU, che vanta ormai cinque indirizzi presenti a Milano, Nova milanese e Torino. Di che cosa si tratta? Semplicemente di un gruppo di imprenditori cinesi che ha fatto della qualità l’imperativo di ogni sua nuova avventura. E difatti il prodotto da noi testato, il sushi, ci ha particolarmente stupito sia per la qualità degli ingredienti che per la cura nella preparazione. Apicale, in questo senso, anche nel prezzo: più che concorrenziale. Ancora una volta, insomma, dobbiamo riconoscere che i progetti nati e pensati esclusivamente per il delivery hanno decisamente una marcia in più. Esattamente come questo, che vi consigliamo vivamente!

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Passione Gourmet Milano è una guida all’offerta enogastronomica della città. Come tale, è in costante aggiornamento e focalizza la sua attenzione sulle differenti tipologie di locali presenti nel tessuto urbano: ristoranti, pizzerie, street food, cocktail bar, pasticcerie… e, considerando il periodo attuale, i sempre più numerosi delivery & take away. Un database a uso e consumo dell’utente, con il quale cerchiamo di raccontare, senza pretesa di esaustività, la costante evoluzione del panorama gastronomico milanese.

Design ‘cosmopolitano’ per questo elegante locale di cucina giapponese posto nella parte sud-orientale della città, non troppo distante dalla Fondazione Prada. L’ampia carta (presentata su tablet) è basata su una materia prima di discreta qualità tramite cui dare vita ai classici del Sol Levante, proposti con cura e senza eccessiva “domesticazione” occidentale. Vasta è la scelta di sushi, sashimi, uramaki e nighiri, mentre fra i piatti caldi non mancano gustosi yaki udon e yaki soba (rispettivamente pasta di farina di grano duro e di grano saraceno saltate con verdure e gamberi), oltre a ravioli in varie fatture e tempura. Buoni anche i carpacci e le tartare di salmone, tonno, riccola, gamberi rossi. Degni di nota i piatti a base di wagyu, fra i quali i ravioli di wagyu Miyabi Beef con tartufo nero. Curata carta dei vini (resa ancor più importante dalla presenza di un sommelier), ricca di etichette blasonate sia italiane sia francesi, proposte, però, a prezzi da capogiro. Bella selezione di sakè, oltre a qualche nota birra giapponese. Conto sui 55 euro.

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Aperto da poco meno di un anno e parte del gruppo di ristoranti dei fratelli Liu, il ristorante Aji nasce vocato al Take Away e al Delivery. L’ordine tramite il sito è stato difficoltoso, ma vi è la possibilità di ordinare rapidamente telefonicamente e pagare direttamente alla consegna. Il bottino è giunto nei tempi preannunciati a bordo di un motorino elettrico e in perfetto stato. Le pietanze calde erano ancora godibili senza bisogno di essere riscaldate. Il packaging è funzionale e riciclabile, inevitabile la formazione di condensa all’interno dei contenitori, umidità che non ne pregiudica la qualità. Oltre alle classiche bacchette e ai tovaglioli, un pratico kit di soia in ampolla, zenzero e wasabi in tubetto completa il nécessaire per godere di quanto ricevuto. Il riso dei roll è da manuale e il fritto è asciutto. I Gyoza, dal ripieno dalla sapidità bilanciata e dalla pasta della giusta consistenza sono forse l’unico piatto che risente un po’ del tempo passato dalla cottura. La qualità del pesce e la maestria del taglio hanno pochi rivali in città.

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Shiki appartiene a quella categoria di ristoranti che, grazie a un sistema di delivery ben collaudato, è riuscita a non fermarsi nonostante l’emergenza. Per ordinare bisogna accedere al sito del ristorante, una vera chicca in termini di funzionalità e grafica, scegliere i piatti e la fascia di consegna che si preferisce e, in tempi brevi, si riceverà l’ordine. Il menù offre una panoramica molto completa sulla cucina giapponese: oltre alle varie tipologie di sushi, sashimi e roll si possono trovare alcuni classici nipponici difficilmente reperibili in città tra cui okonomiyaki e takoyaki. Questa volta la nostra degustazione si è soffermata sul sushi che, a onor del vero, ha complessivamente deluso le aspettative non tanto per la qualità del pesce ma per la cottura e il condimento del riso. Il packaging, pur mantenendo una sufficiente funzionalità, non è particolarmente curato per scelta dei materiali e l’aspetto estetico.

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Yoshinobu è una storica insegna giapponese di città, dove si può trovare un’eccellente materia prima ittica. Il locale è essenziale, ci sono due sale, la prima ospita una dozzina di coperti mentre nella seconda è ubicato il classico sushi bar; dietro il bancone (che ospita pochi coperti) c’è Yoshi, lo chef, ed è un vero e proprio spettacolo ammirarlo mentre con calma ed eleganza realizza i tradizionali nigiri, imperdibili quelli con la ventresca di tonno e l’anguilla fresca. C’è anche un menù del giorno, in cui si possono trovare proposte originali che esaltano le parti meno nobili, ma più saporite, del pesce, come l’ottimo collo di scorfano alla brace con salsa allo yuzu. La cantina, oltre ad alcune classiche referenze, vanta interessanti etichette di piccoli produttori. Puntuale e disponibile il servizio.

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Nella miriade di tavole giapponesi, spesso gestite da non giapponesi, che si sono affacciate sulla scena milanese Koji è una piccola oasi di felicità. Non foss’altro che per il fatto che si tratta di uno spin-off, a pochi metri di distanza, di quel Yuzu che tanto fa parlare di sé e della sua straordinaria sushi master. Da Koji troverete un giovane allievo della maestra che vi allieterà con una compilation di sushi, chiriashi e uramaki davvero di qualità alta. Temperatura del riso, cottura e proporzione tra i vari ingredienti, davvero centrata. Un consiglio personale e spassionato? Non perdete la selezione dei roll à la carte, due per tipologia, nettamente superiori al seppur ottimo livello delle restanti preparazioni. È altresì disponibile un menù omakase, su prenotazione. Ottimo servizio e discreta la carta dei vini e dei sake.

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Masashi Suzuki, chef e patron di questo delizioso localino, con pochissimi coperti, in una delle zone più chic di Milano, dietro a Porta Venezia, si è inserito nella coscienza metropolitana meneghina come il fautore della cucina Washoku, ovvero la cucina tradizionale e autentica giapponese, inserita perfino nella lista del patrimonio immateriale dell’UNESCO. E il suo Sol Levante è il luogo di una speciale carrellata di sushi concepita in maniera personale e sempre molto ben fatta. Perfetta la cottura e la temperatura del riso così come la proporzione tra gli elementi. Ma il vero fiore all’occhiello è il menù omakase, un misto di sushi, sashimi, tempura e molte delle altre preparazioni tipiche del Sol Levante, appunto, mixate secondo l’estro giornaliero di Masashi San. Qui il neta dei singoli nigiri è fatto dallo chef, e non è dunque necessaria la scodellina di salsa di soia a lato; questo è uno degli innumerevoli dettagli che vi faranno comprendere come questo luogo si stagli sulla quasi totalità dei locali di questo tipo sparsi per Milano. Non ultima, una lode al servizio: gentile, premuroso, dedito e ossequioso, perfettamente japanese.

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