Passione Gourmet Porta Romana Archivi - Milano Passione Gourmet

Autem

Lo Chef Luca Natalini è finalmente rientrato in città, dopo un’interessante collaborazione presso l’indimenticato ‘Al Pont de Ferr’ di Maida Mercuri, con un’insegna tutta sua ubicata in una traversa signorile della Milano di Porta Romana accogliendoci nella lucente ed elegante sala ristorante, dove celebra, minuziosamente, “l’italianità dell’ingrediente” avvalendosi di valenti materie prime di fornitori locali e ‘sostenibili’ che seleziona con precisione estrema. Come suggerisce il nome del ristorante Autem (tradotto dal Latino significa: oppure- altrimenti), ci sono varie opportunità di scelta tra i cinque menu proposti: uno alla carta e altri quattro degustazione i cui primi tre incentrati o solo sulla carne o solo sul pesce o sul vegetale e infine quello “Carta Bianca”, organizzato in 8 portate e dessert orchestrate dallo Chef Natalini, che cambia quotidianamente in base agli “arrivi” del giorno, ma che elenca dei piatti irrinunciabili come le lumache dell’allevamento Parizzi impiegate nella sdilinquente e super golosa pietanza vessillo Come se fossero una Bourguignonne, consistente in una sorta di cappuccio di chiocciole mantecate con spinacino selvatico e patate ratte; il Piccione cotto alla brace in carcassa (e senza alcun spreco nei tagli della carne poiché viene servito in questo caso anche il ‘boccone del Prete’), il Cavallo e ostrica, constante di una battuta di coda di cavallo, ostrica e fondo dell’equino, e la sua oramai celebre e signature dish Pasta in bianco insaporita da un prezioso decotto di foglie d’alloro che sta 40 giorni sulle sue foglie, burro d’alpeggio, Vermouth alle prugne e un tocco di aceto affumicato; interessante proposta anche per un pre-dessert. La carta dei vini, piuttosto ristretta, è, come prevedibile, battente bandiera Italiana, eccezion fatta per qualche bottiglia. Il servizio cordiale è affidato a mani giovani, volenterose e appassionate.

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A pochi passi da Porta Romana e dal gremito centro città, Osteria La Cala è un ristorante familiare e raccolto offre da oltre vent’anni specialità di cucina di mare e di estrazione sarda. Per debuttare il pasto, in lista parecchi Crudi di pesce, Tartare, Carpacci, Coquillages e Antipasti caldi come Zuppetta di cozze e vongole, Piovra con patate, Frittelle di gianchetti e via discorrendo. Esordiamo con dei Ricci piuttosto carnosi e intensamente iodati assieme a delle Ostriche Gillardeau e un’Insalatina di carciofi sardi con petali di un’aurea bottarga di muggine di Cabras. A seguire, per assaporare in toto il “quid” Isolano della casa, scegliamo dei Culurgiones (tortelli ripieni di patate) di buona fattura accompagnati da del sughetto di pomodoro e Lorighittas (pasta intrecciata a mo’ di anello) ai frutti di mare sfavoriti da un’eccessiva quantità di olio evo; tra le proposte dei primi, si può optare anche per dei Maloreddus (gnocchetti sardi) alla Campidanese con salsiccia sarda, pomodoro e pecorino e fregula (i cui chicchi ricordano il Cous-Cous) ai frutti di mare. Tra i secondi di Osteria La Cala, i grandi classici della cucina di pesce tra cui Astice alla catalana, Fritto misto, Branzino al sale, Grigliata mista, Rombo alla Vernaccia, Pescato del giorno e Gratinati assortiti al forno. Concludono la sosta i dolci della casa, Sorbetti al limone e di frutta varia, Seadas (grandi ravioli ripieni di formaggio conditi con miele) e frutta secondo stagione. Carta dei Vini con un’offerta piuttosto esigua di bottiglie.

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Mariasole Cuomo, cuoca, e Giacomo Venturoli, maître, sono i proprietari di questa bellissima novità che ha aperto i battenti da poco, in zona Porta Romana. Un luogo in cui i fermentati o le spore, nomen omen, la fanno da padrone. Vini rigorosamente naturali di piccoli produttori accompagnano una cucina fatta di contaminazioni asiatico-nordiche, con un tripudio di Kimchi, soia e fermentati di vario genere.

Spore: una cucina molto divertente

Giovani, sì, ma molto determinati e con una espressione culinaria davvero interessante e spinta: Mariasole è tutt’altro che morbida, la sua cucina esprime irruenza e impeto intenso come nel Crudo di cefalo, namjim di cetriolo, friggitelli al forno e aceto di peperone – bum! – o come nello splendido Capocollo frollato nel koji, spinacio d’acqua e peperone fermentato. Un piatto, quest’ultimo, che grazie alla marinatura dona nuance morbide e lievemente piccanti a un taglio di carne proverbialmente difficile.

Un altro piatto destinato a rappresentare perfettamente, a nostro avviso, l’idea e lo stile della cucina e destinato a diventare probabilmente un signature dish è il Tagliolino di grano saraceno, burro, kimchi e tuorlo marinato in soia e salsa di sesamo: equilibrio perfetto e tanto gusto, con tutti gli spigoli e i contrappunti al loro posto. Il servizio è informale ma attento; la sala spoglia, ci sono pochissimi coperti ma anche un giardinetto davvero utile nella bella stagione. Attenzione, perché crediamo che a breve sarà molto difficile trovare posto da Spore.

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Haruo Ichikawa è noto alle cronache milanesi come colui che ha contribuito, con la sua cucina, a far arrivare la stella Michelin al ristorante Iyo. Gran maestro nell’arte del taglio, la sua grande esperienza è proporzionale solo all’immensa umiltà che lo contraddistingue: la stessa con la quale ha aperto, senza troppi clamori, nel 2019, l’eponimo ristorante Ichikawa, in zona Porta Romana. Dall’esterno, una piccola boutique di cucina nipponica dove, il giorno del nostro pranzo, l’atmosfera era ritmata dai grandi classici del jazz anni ’30. Scelta felice, giacché sui pochi tavoli aleggiava un’atmosfera piacevolissima e anche sul bancone, con gli 8 posti riservati al menù omakase, “a mano libera”, disponibile solo alla sera. Nel corso del nostro pranzo siamo quindi andati alla carta: i nigiri con ventresca di tonno rosso, anguilla grigliata, e Wagyu, in particolare, si sono rivelati più che rimarchevoli, tanto da domandare un secondo giro. Piuttosto stringata la carta delle bevande, tè compresi. E, a proposito di tè, sebbene sia senz’altro appagante la selezione, poco comprensibile, a nostro avviso, la scelta di far pagare – 4 euro – per la seconda infusione.

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A due passi da Porta Romana, un posto curatissimo e molto amato, in primo luogo da coloro che ci lavorano. Ci voleva l’innata eleganza, miscidata col pugno di ferro, di Vasiliki Pierrakea per portare a Milano uno spaccato di Grecia, la sua terra natale qui celebrata in ogni dettaglio. A cominciare dalla carta dei vini: una cinquantina di referenze tutte attinte dalla migliore produzione biodinamica e naturale ellenica come la nostra Malagousia, un vino semi-aromatico tanto generoso quanto affilato. Quanto alla cucina, va in scena qui una versione molto familiare e molto affettiva del repertorio tradizionale greco, abitato però dalla stessa innata grazia e dal nitore delle suppellettili. Tutto ciò contribuisce a fare di Vasiliki Kouzina un luogo amenissimo dove evadere e, non ultimo, anche imparare.

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Cascina Cuccagna, come dice il nome, è una ex cascina inglobata nella città di Milano. Un Posto (a Milano) informale, aperto tutto il giorno, con una buona e varia proposta gastronomica e un’attentissima selezione della materia prima.

Il polpo al vapore con cavolfiore in giardiniera è ben eseguito sebbene al palato sia un po’ penalizzato dall’eccesivo sapore di aceto. Tradizionalissimi i primi piatti, tra cui si distingue una classica e goduriosa tagliatella con sugo alla bolognese. Ci si ritrova di colpo sulle coste venete con il dentice alla Busara, servito con la polenta bianca e un intenso fondo di pesce. La tagliata di cavallo, invece, seppur ben eseguita, sconta un inevitabile confronto con delle creazioni già viste sulla piazza meneghina mentre si percepisce, purtroppo, l’assenza della cottura sulla brace e la mancanza del piacevole retrogusto affumicato. Una menzione speciale va fatta invece sui lievitati, prodotti in casa, davvero buoni e fragranti, oltre che variegati.

Personale e per nulla scontata la carta dei vini. Un Posto a Milano è un’ottima trattoria, insomma, in grado di mantenere un buon livello di cucina nonostante il gran numero di coperti.

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Passione Gourmet Milano è una guida all’offerta enogastronomica della città. Come tale, è in costante aggiornamento e focalizza la sua attenzione sulle differenti tipologie di locali presenti nel tessuto urbano: ristoranti, pizzerie, street food, cocktail bar, pasticcerie… e, considerando il periodo attuale, i sempre più numerosi delivery & take away. Un database a uso e consumo dell’utente, con il quale cerchiamo di raccontare, senza pretesa di esaustività, la costante evoluzione del panorama gastronomico milanese.

Una nuova recente apertura in zona Porta Romana. Ambiente minuscolo, un vero e proprio Izakaya giapponese, con pareti tappezzate da immagini dei film del celebre Hayao Myazaki. In cucina due giovani e autentici ragazzi che vi sforneranno Nigiri, Gunkan, Chirashi, Yakitori, ravioli e Gyudon molto buoni, forse solo lievemente troppo dolci e poco contrastati. Cantina inesistente. Ideale per un pranzo o cena veloce ma autentica.

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Storico avamposto di cucina calabra sulla piazza milanese, Dongiò è una trattoria a conduzione familiare dove si possono assaggiare piatti gustosi, preparati con ottime materie prime. Da non perdere le paste fresche, condite con vari e saporiti sughi a base di carne o verdure e l’immancabile peperoncino. Nel solco della tradizione anche i secondi, eccezionale il coniglio in umido con una fresca insalata di puntarelle e il baccalà alla cirotana. I dolci sono semplici ma golosi come il tiramisù alla ricotta. Il servizio si rivela cortese e puntuale, cerca sempre di venire incontro alle richieste dei clienti; c’è una buona carta dei vini con un particolare focus su Calabria e sud Italia.

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Per chi ama la Spagna e la sua anima semplice e allegra questo posto fa decisamente al caso suo. Il locale si presta per più occasioni, partendo dall’aperitivo e arrivando a tarda serata, in chiave totalmente spagnola con i suoi ritmi-non ritmi scanditi dalle numerose scelte di tapas o piatti più “sostanziosi” come la paella. “Divertente” è il termine che lo caratterizza: senza alcuna grossa pretesa, il Tapa si presta a spensierate serate in compagnia tutte caratterizzate da quello spirito conviviale tipico del posto: tra le Espacialidades, immancabili le Anchoas de Lescala, molto più che gustosa la Brandada de bacalao. Con una particolare attenzione anche al bere, tutto rigorosamente iberico, tra vini, birre e cocktail l’evasione dalla quotidianità meneghina è semplicemente assicurata.

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Nel panorama dei locali etnici milanesi ecco comparire, in una zona Porta Romana – già molto ricca di riferimenti – questo piccolo ristorantino con una identità e offerta molto specifiche. Qui siamo nel regno del Ramen e dei Gyoza, poca scelta ma concentrata in una serie di preparazioni ben eseguite, a prezzi onesti. Noi abbiamo assaggiato dei gustosi involtini primavera di gamberi e verza e un ottimo ramen con costine di maiale e uovo macerato nel tè verde. Completano l’offerta un ambiente curato, un buon servizio. La carta dei vini e dei sake vanta inoltre interessanti referenze.

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