Passione Gourmet Pizza Archivi - Pagina 2 di 2 - Milano Passione Gourmet

Materia

Ciò che rende differente la pizza di Materia dalle altre milanesi è il legame con la Basilicata. Infatti, sulle pizze dall’alveolato cornicione, sono presenti gli ingredienti dall’azienda agricola di famiglia del proprietario, la realtà lucana BioAgrimar. Questo tipo di legame si rivela anche negli antipasti che vedono protagonisti il salame lucano con polvere di peperone crusco, il lardo di maiale nero lucano, la confettura di fichi artigianale e le polpette di mollica di pane e salsiccia di Cancellara con fonduta di Pecorino lucano. Il menù, suddiviso in “Pizze classiche”, “Pizze stagionali” e “Pizze contemporanee”, mette l’accento sulle materie prime semplici come le farine italiane macinate a pietra. Tra le pizze più riuscite spicca tra le stagionali la Radice (con vellutata di ceci BIO, guanciale di maiale nero, chips di cavolo nero e caciocavallo podolico), e la Fresca (provola affumicata, Mortadella Bonfatti presidio Slow Food, gel di Limone della Costa di Amalfi IGP, basilico, pepe nero, polvere di Limone essiccato). Tra le pizze contemporanee la Orto (crema di patate della Sila, peperone, cipolla caramellata, pomodoro confit, chips di melanzana), risulta ottima ed equilibrata. La sezione dei dolci è dedicata alle creazioni della pasticceria Marigliano di Ottaviano. In abbinamento alle pizze si può scegliere una delle birre artigianali in carta oppure optare per una bottiglia o un calice di Aglianico lucano. Materie prime scelte e prodotti bio corrispondono a prezzi più alti rispetto alle pizze più comuni, nella pizzeria Materia, dunque, le più elaborate si aggirano attorno ai 15€.

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Ambaradan è un locale nato a Milano, qualche anno fa, in zona Sempione e insediatosi in breve tempo ai vertici delle pizzerie meneghine. Il merito va attribuito in primis alla qualità della proposta, che a un impasto ottimo e assai digeribile affianca una buona selezione di materie prime. A tutto ciò si aggiunge un servizio spigliato, attento e una simpatica politica in termini di prezzo. Da Ambaradan è infatti il cliente a scegliere il prezzo del conto in base al gradimento dell’esperienza stessa. Il menù è limitato a una dozzina di tipologie di pizze, sia a base bianca che rossa; lo stile è napoletano con un alto e soffice cornicione. Molto interessante la Taggiasca, una base rossa con olive e acciughe, che si è rivelata ben bilanciata e non troppo saporita. Ottima la salsa di pomodoro, utilizzata volutamente poco cotta e non eccessivamente dolce. La vegetariana, invece, è parsa un po’ monocorde. Tra le proposte c’è anche la pizza fritta, perfettamente eseguita sia nella cottura – il fritto è asciutto e croccante – che nel ripieno, ben dosato e filante al punto giusto.

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Passione Gourmet Milano è una guida all’offerta enogastronomica della città. Come tale, è in costante aggiornamento e focalizza la sua attenzione sulle differenti tipologie di locali presenti nel tessuto urbano: ristoranti, pizzerie, street food, cocktail bar, pasticcerie… e, considerando il periodo attuale, i sempre più numerosi delivery & take away. Un database a uso e consumo dell’utente, con il quale cerchiamo di raccontare, senza pretesa di esaustività, la costante evoluzione del panorama gastronomico milanese.

Fresco è il chiaro esempio di come l’abito non faccia il monaco. Abbiamo provato la location del franchising situata in pieno centro, in via Dante, e sebbene il primo impatto desse l’idea di essere capitati in un posto piuttosto turistico, ci siamo dovuti ricredere. Ottima la pizza, farcita con gli ingredienti più svariati e interessantissima la proposta di piatti partenopei tradizionali, raramente reperibili al di fuori della Campania. Gli ziti allo scarpariello nella loro semplicità sono saporitissimi, mentre gli spaghetti alla Nerano ci portano dritti in costiera. Ottime anche le polpette al ragù napoletano dove la scarpetta diventa imprescindibile. Le materie prime sono di qualità e si sente, i sapori sono intensi e la voglia di tornare è tanta.

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In pieno centro, a pochi passi dal Duomo e dal quadrilatero della moda, ha aperto da qualche mese una nuova sede della “mini catena” Pizza Italiana Espressa. Nella vasta offerta di pizzerie milanesi, essa si distingue per la possibilità di poter scegliere l’impasto e tutti gli ingredienti della farcitura a proprio piacimento. Per i più indecisi ci sono una decina di combinazioni consigliate dalla casa. Lo stile della pizza è napoletano, con il cornicione alto e soffice, l’impasto risulta morbido e abbastanza leggero, gli ingredienti impiegati per il condimento sono ricercati e di buona qualità. C’è qualcosa da migliorare nella cottura, in alcuni casi poco uniforme con alcune parti troppo cotte (con il classico sapore amarognolo). Oltre alla pizza c’è la possibilità di comporre anche delle insalate e di gustare dei semplici dessert. Il servizio è attento e disponibile, modesta ma ben strutturata la proposta delle birre.

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Un locale colorato e rumoroso dall’atmosfera gioviale, sempre allegra; nei pressi della Madonnina, un’oasi dalle pareti gialle e con arredi sgargianti e folkloristici che rimandano alle isole caraibiche. Si viene accolti dal benvenuto del team: prosecco e panuozzo. Il menu sottolinea la volontà di Pometto di abbandonare il “rebelòt che altera il gusto” puntando ad una semplicità dimenticata. L’offerta, infatti, è ridotta a tre classici: Margherita, Marinara e Delicata Bianca Special. L’impasto, lievitato 48 ore, risulta molto digeribile, a volte un po’ indietro di cottura. Una pizza dai cornicioni non alti ed alveolati ma bassi e con un’accennata gommosità, affatto sgradevole. I sapori sono decisi, la semplicità esalta la qualità della materia prima ove l’immancabile spolverata di Parmigiano accentua la sapidità. Ottimo rapporto qualità prezzo, e possibilità di scegliere tra birre classiche e meno note, tra cui gli immancabili amari Pometto.

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Inarrestabili fratelli Alajmo. Dalla piccola Rubano a Venezia passando per Parigi e, non poteva mancare, approdando nel cuore dell’operosa Milano. In grande stile, con il supporto estetico del mitico Philippe Starck, sdoganano la loro “pizza” rifinita con estro, creatività e ingredienti top. Vapore, croccante, masscalzone e masscalzini. Sono questi i nomi, scanzonati, delle creazioni di Massimiliano Alajmo: dalla pizza al vapore, che prende spunto dal bao cinese, alla versione “più classica” della pizza croccante/biscottata, fino ai penzerotti in versione large o piccola, dolce o salata. Ci sono anche alcuni dolci classici – tiramisù – ma rivisti dal grande chef. Il locale è aperto da colazione – vengono serviti croissant e brioche all’olio di oliva – alla cena, perfetta per un pre-teatro o cinema. Le bevande sono limitate ma studiate con cura: estratti di frutta, un vino bianco e un vino rosso griffato, la birra di Baladin, il caffè di Gianni Frasi e alcuni cocktail appositamente studiati. I prezzi sono, a nostro avviso, corretti e addirittura convenienti se commisurati alla zona.

Il magico connubio tra cucina tradizionale romana e pizza, tagliata in quadrati prima e rettangoli poi, forma una tasca che richiama, percettivamente, al gesto della scarpetta. Questo è, da oltre dieci anni, il senso di trapizzino. Si tratta di uno street-food moderno e unico nel suo genere, quello ideato da Stefano Callegari. Il pollo alla cacciatora ha aperto la strada a quelli che sarebbero diventati i gusti iconici come la lingua in salsa verde, la parmigiana di melanzane e le polpette al sugo. L’attenzione alle materie prime fa sì che vi siano farciture speciali che seguono la stagionalità degli ingredienti, dando anche la possibilità di scegliere condimenti vegetariani. Immancabili, sempre, i supplì. La vineria propone etichette di produttori laziali e lombardi, unendo così la tradizione locale a quella capitolina.

Pollo alla cacciatora
Trapizzino alla parmigiana