Valutazione
CUCINA
CANTINA
AMBIENTE
SERVIZIO
Vale la visita per
la bellezza del giardino incantato, il Rognone e la garbatezza del servizio.
In quello che un tempo era una dimora in piena campagna, abitata da una moltitudine di ranocchi, (si spiega l’onomatopea dell’insegna che si ispira al loro gracidare) che ospitava una vecchia osteria con balera, dalla fine degli anni ’90 risiede, nell’odierna zona del Gratosoglio, questo bellissimo ristorante arredato in stile club house che, in seguito a un sapiente ampliamento e relativa ristrutturazione. Al Garghet gode di un immenso, fiabesco giardino e di più graziose salette “a tema” ove potersi accomodare e rilassarsi fruendo portate della tradizione milanese e nazionale, con alcune divagazioni vegetariane, assistiti da un personale di sala garbato e ospitale. In carta, piatti di estrazione meneghina scritti piacevolmente in vernacolo, con relative traduzioni, come il Risotto giallo, i Mondeghili, l’Ossobuco, la Rosticciata, la Cassoeula e la Cotoletta in due versioni: di lonza di maiale, gigantesca o, su ordinazione di vitello con l’osso e cotta nel burro. Esordiamo con una Frittura di verdure (melanzane, zucchine, zucca e mozzarelline) extra croccante, seguita da Nervetti in insalata con fagioli borlotti, porri e cipolle. Scegliamo poi la Buseca (trippa alla milanese) penalizzata da un’esigua presenza della frattaglia e connotata da una rilevante quantità di fagioli; ottimo il Rognone, acre e malleabile il giusto, adagiato su una gustosa purée di patate. Carta dei dessert di impronta classica e “casalinga” come la Crema al mascarpone, il Tiramisù, Riso e latte, poi i Gelati e i Sorbetti in varie declinazioni e via elencando. La carta dei vini di Al Garghet risulta interessante, con proposte bio e da fruire al bicchiere.