Valutazione
CUCINA
CANTINA
AMBIENTE
SERVIZIO
Vale la visita per
La qualità della materia prima, un benchmark a Milano.
Era il 2007 quando Enrico Buonocore aprì la Langosteria 10, in via Savona. Dopo quasi vent’anni quel piccolo bistrot in stile parigino ha avuto una stupefacente mutazione trasformandosi in una delle più autorevoli insegne del panorama della ristorazione cittadina. Oggi il gruppo Langosteria conta ben sei insegne tutte di grandissima affidabilità e differenze tra loro. L’ultimo nato, Langosteria Cucina, condivide le stesse mura dell’insegna ammiraglia. Gli ambienti, dai torni scuri, hanno luci soffuse e tavoli ravvicinati. A differenza degli altri locali, vengono serviti piatti di nuova concezione che, in un secondo momento, troveranno spazio anche negli altri ristoranti del gruppo. La brigata di cucina è guidata dallo storico chef Denis Pedron che si aggira anche tra i tavoli per completare alcune portate direttamente davanti ai commensali. I crudi sono il must, come l’eccellente carpaccio di tonno rosso e salsa tonnata; tra gli antipasti cotti ricordiamo molto buoni i calamaretti spillo all’assassina, piccanti al punto giusto. Il piatto principale, lo chateaubriand di cernia nera alla brace presenta una pregiata materia prima ma è leggermente oltre il punto di cottura perfetto. Non c’è una carta dei dessert ma vengono serviti un pre-dessert e un dessert. Nel nostro caso ci sono stati serviti un sorbetto e un’ottima torta della nonna. I prezzi sono molto alti sebbene la qualità sia fuori discussione. Completano il cadre l’imponente carta dei vini, con un focus particolare sugli champagne, una lista di cocktail studiati appositamente e un servizio informale e accomodante.