Piccola e raccolta insegna, vicina di casa di Trippa, pluriblasonata trattoria cittadina. Una ex officina ospita la bomboniera, a 16 soli coperti, di Lodovico Rosselli che, complice l’intimità degli spazi, ordisce una cucina coerente, intima, selettiva e semplificata. Tutto qui è ridotto ma, proprio per questo, esaltato nella sua unicità. I piatti sono croccanti e compiuti, complici piccole accortezza come, nella quaglia, l’olio aromatizzato al timo e, nella tartare di manzetta, le rapette in agrodolce. C’è consapevolezza nei piatti di Ludovico il quale, benché grande appassionato, vanta una formazione accademica in biologia, nonché solide basi nel suo curriculum da cuoco. Presto spiegata, dunque, la sua perizia nelle selezione della materia prima, vini compresi, così come la presenza di preparazioni talvolta meno riuscite. Ma sarà solo questione di tempo.
Qui si ha sempre l’impressione, e la garanzia, di trovare esattamente quel che si è lasciato: una certezza non da poco, una comfort zone nei confini, altrimenti sfumati, o troppi liquidi, della contemporaneità. I locali, ancorché storici, sono molto informali, funzionali, forse, a una cucina che non tradisce mai le aspettative. Il segreto? Una tradizione che ha trovato la chiave universale per riattualizzarsi sempre, ma con cognizione. Un esempio su tutti, la co(s)toletta alla milanese, i succulenti bocconi di lingua, ma anche gli interessanti e altresì rispettosi tortelli di zucca scomposti. Il rapporto qualità/prezzo è tra i migliori di Milano, con il menù del pranzo, a 18 €, a incorniciare un momento di grande qualità e concretezza, suggellato da una cantina interessante, a prezzi tutto sommato ragionevoli.
Un altro Giappone è possibile, in questa autentica izakaya (trattoria, in giapponese) a pochissimi passi da Piazza Missori. O, meglio, gastronomia, esattamente come promesso dal nome: né più né meno. A gestirla, Aya Yamamoto con sua madre Shih Chy Yamamoto, entrambe in Italia da molto tempo, da molto tempo consulenti delle migliori insegne nipponiche in quel di Milano. In cucina, si muove abile Yasushiro Masumoto, già al timone di Osaka e Takara Sato. Con uno staff come questo, pur nella complessiva e rassicurante semplicità dell’offerta, impossibile non far caso alla cura, a tratti maniacale, dei dettagli che compone questa cucina gustosa, elegante e di mercato. Per orientarsi nella proposta, affidatevi ai consigli del personale di sala: non ve ne pentirete.