Passione Gourmet Street food Archivi - Milano Passione Gourmet

Crosta Lab

In una via, acclimatatasi ormai come meta gourmet, a Milano, via Melzo, ha aperto la sua succursale il gruppo Crosta, la creatura bifronte di Giovanni Mineo e Simone Lombardi. Oltre che laboratorio di preparazione per la casa madre Crosta, questo luogo con affaccio singolo sulla via è il campione dello street food per eccellenza campano: la pizza a portafoglio, declinata in tante forme, sia tradizionale che creativa. Unico neo ? I prezzi, forse un filo elevati, che non precludono comunque la piacevolezza di una pizza fuoriclasse, nella sua categoria.

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Delivery Valley – The Italian Kitchen Reloaded è un grande e autentico progetto italiano di Dark Kitchen nato post pandemia, capitanata da Maurizio Risazza Prin (noto su Instagram come maurizio chissenefood), Alida Gotta e Paolo Colapietro, più un altro gruppo di soci. Star sui social e compagni nella vita, Alida e Maurizio furono concorrenti, in due edizioni differenti, di Masterchef Italia. Con queste premesse nasce Giga Burger, hamburgeria gourmet, che ci ha particolarmente sorpresi per la qualità espressa, l’ottimo servizio e l’attenzione riservata ai dettagli. Le tipologie di burger sono sei, con una infinità di aggiunte possibili e salse davvero intriganti. Le patatine fritte sono confezionate mirabilmente da loro e il nostro cheese burger si è rivelato goloso, persistente, american style – decisamente pieno e ricco – ma anche “orrendamente” buono. Pane fatto da loro, e si sente. Un unico, lieve difetto: l’eccesso di grasso dell’hamburger, assai presente durante tutta la degustazione.

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Vivi lontano da NoLo e non puoi essere raggiunto dal servizio delivery di Mao Hunan e Maoji? Mini Maoji fa al caso tuo, piccolo distaccamento che col suo street food tiene alta la bandiera del gruppo. La proposta è più snella ed incentrata su Bao (10 varianti), snack e qualche piatto principale. L’ordine si espleta facilmente tramite le piattaforme più classiche. Il pack è essenziale, quasi spartano ma funzionale.  Il bun del bao risente inevitabilmente dell’umidità dovuta al trasporto, giungendo più morbido di quanto già non sia in origine. Delicato il Bao al baccalà, sempre golosi gli involtini di gambero, che nella pasta fillo mantengono la croccantezza, e i fagottini di Maoji, che invece risentono più dell’umidità. Semplici da riscaldare i piatti principali a base di riso che mantengono tendenzialmente inalterati i sapori. Attenzione a non scaldarli eccessivamente, potreste rovinare la consistenza del riso.

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Un ristorante davvero inusuale, lo si capisce sin dall’ingresso. Il locale, in total white, è piccolo e si sviluppa su due piani, grazie ad un soppalco. Tutto è nei dettagli, curiosi ed eccentrici nella loro semplicità. Ci si accomoda su sgabelli, bauli, sedie, alle pareti vi è una riproduzione Gioconda e anche un lenzuolo che ricorda opere di Luciano Fabro. Il menu è chiaro, la specialità del posto sono i Cheung Fun, un piatto cantonese tipico del sud della Cina, una sorta di crespella di riso cotta al vapore da farcire a piacimento, uno snack spesso gustato a colazione. Appetitosa la versione vegetariana, curiosa quella con i gamberi disidratati, goloso quello al maiale. La versione fritta ha una consistenza meno scivolosa e sfuggente rispetto quelli al vapore, più molle. Oltre ai Cheung Fun vi è una proposta del giorno e un dessert gustoso (latte di cocco, fagioli rossi giapponesi, riso nero biologico, ricoperto di riso glutinoso). Tra le bevande spiccano le birre giapponesi (una allo zenzero), e sei varianti di tè. Servizio informale e gioviale.

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Inarrestabili fratelli Alajmo. Dalla piccola Rubano a Venezia passando per Parigi e, non poteva mancare, approdando nel cuore dell’operosa Milano. In grande stile, con il supporto estetico del mitico Philippe Starck, sdoganano la loro “pizza” rifinita con estro, creatività e ingredienti top. Vapore, croccante, masscalzone e masscalzini. Sono questi i nomi, scanzonati, delle creazioni di Massimiliano Alajmo: dalla pizza al vapore, che prende spunto dal bao cinese, alla versione “più classica” della pizza croccante/biscottata, fino ai penzerotti in versione large o piccola, dolce o salata. Ci sono anche alcuni dolci classici – tiramisù – ma rivisti dal grande chef. Il locale è aperto da colazione – vengono serviti croissant e brioche all’olio di oliva – alla cena, perfetta per un pre-teatro o cinema. Le bevande sono limitate ma studiate con cura: estratti di frutta, un vino bianco e un vino rosso griffato, la birra di Baladin, il caffè di Gianni Frasi e alcuni cocktail appositamente studiati. I prezzi sono, a nostro avviso, corretti e addirittura convenienti se commisurati alla zona.

Il magico connubio tra cucina tradizionale romana e pizza, tagliata in quadrati prima e rettangoli poi, forma una tasca che richiama, percettivamente, al gesto della scarpetta. Questo è, da oltre dieci anni, il senso di trapizzino. Si tratta di uno street-food moderno e unico nel suo genere, quello ideato da Stefano Callegari. Il pollo alla cacciatora ha aperto la strada a quelli che sarebbero diventati i gusti iconici come la lingua in salsa verde, la parmigiana di melanzane e le polpette al sugo. L’attenzione alle materie prime fa sì che vi siano farciture speciali che seguono la stagionalità degli ingredienti, dando anche la possibilità di scegliere condimenti vegetariani. Immancabili, sempre, i supplì. La vineria propone etichette di produttori laziali e lombardi, unendo così la tradizione locale a quella capitolina.

Pollo alla cacciatora
Trapizzino alla parmigiana

La cucina del Sichuan sbarca a Milano con le tecniche autentiche dell’estremo Oriente e i migliori ingredienti italiani, tra cui spiccano le carni della rinomata macelleria Sirtori di Viale Sarpi a Milano, le farine biologiche del Mulino Sobrino di Cuneo e le birre artigianali proventi da piccoli birrifici italiani. Il locale si presenta in una zona “inedita” e con un gradevole quanto azzeccato look minimal: tavoli e sgabelli bassi sono fatti in legno e dal soffitto pendono delle simpatiche lampade di forma conica. Le nove scodelle che troverete in menu hanno tutte l’indicazione del grado di piccantezza, elemento tipico della cucina regionale cinese, assieme a gradevoli note agrodolci e interessanti esercizi di fermentazione. Degno di nota il menu del pranzo: con 10 euro avrete antipasto, una portata principale, frutta e acqua.

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Nel cuore della movida milanese, tra Corso Como e Corso Garibaldi, Niko Romito si ritaglia una minuscola vetrina per diffondere il suo ambizioso format di cibo da strada contemporaneo. La bomba è, infatti, un prodotto popolare – pasta lievitata senza grassi animali e fritta – che risale alla pasticceria di famiglia aperta nella città natale dello chef abruzzese negli anni ’70. Dolce o salato, da colazione al pranzo, dalla merenda a una cena veloce, magari prima di un film al cinema. Bomba è pensato per offrire una soluzione versatile, che incontra i gusti di tutti: da chi magari la vuole dolce, con crema pasticciera allo Strega a quella salata, con maiale fondente e senape, per nominare i nostri must. Interessante, poi selezione di birre, poche le bollicine e i vini. Il servizio non è velocissimo, ma fa le cose per bene.

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