Nella bassa milanese, per la precisione a San Giuliano, uno storico locale molto conosciuto e blasonato è oggi guidato dalla nuova generazione dei proprietari, Luca Gagliardi, assieme al papà Lino. Il risultato? Una cucina dicotomica, in cui si trovano sia le preparazioni più classiche della cucina milanese affiancate da altre più innovative, oltre agli intramontabili classici della cucina italiana e francese, come il filetto alla Rossini e il foie gras. Un plauso per la straordinaria crema che accompagna la torta di mele e per il risotto alla milanese con osso buco, un sempreverde preparato con maestria e classe. Ambiente molto suggestivo e tranquillo, servizio cortese e celere. Unica nota davvero dolente, il conto, più che “un filo eccessivo”. Ma per degustare le preparazioni che anche il maestro Gualtiero Marchesi amava, e questo era uno dei suoi luoghi d’elezione, ci vuole ben altro per fermarci.
Chi ha vissuto la Milano degli ultimi 15 anni ha avuto modo di toccare con mano l’evoluzione della città, ormai alla stregua di una capitale europea. Metafora questa che, nel suo piccolo, può essere associata alla storia del Ratanà, le cui porte si sono schiuse quando tutt’intorno c’era un cantiere a cielo aperto, e già allora veniva preparato un fantastico risotto giallo con ossobuco. Oggi le cose sono cambiate, ma la tavola di Cesare Battisti continua a essere un approdo felice e affidabile. Il vitello tonnato è uno dei classici estivi del locale, cui si aggiunge il risotto al peperone con salsiccia di Bra e acciughe. I dolci sono curati, ma la forma in alcuni casi prevarica la sostanza. Un aperitivo di qualità con i rubitt (ossia, piccoli assaggi per stuzzicare l’appetito) è servito dalle 18:00 alle 20:00. Si beve benissimo e la scelta delle etichette è di qualità, oltre che corposa e ampia. Sullo stesso livello il servizio di sala.