La famiglia Sorbillo a Milano ormai ha trovato una casa ampia ed accogliente. Questa insegna è una delle tre centralissime pizzerie del pizzaiolo napoletano (l’altra, Olio a Crudo, è nel cuore della zona Tortona). Il menu è diverso dalle altre insegne della catena. C’è una scelta di antipasti con qualche fritto, qualche volta troppo unto e poco croccante, e qualche piatto di mozzarella e affettati, qualche insalata, tre primi piatti – tra cui dei discreti gnocchi al pomodoro – e poi ci sono le pizze, che recano i nomi delle regioni dello Stivale. La pizza Sicilia, con acciughe, cucunci, tuma persa e pomodorini presenta ingredienti di buona qualità, con un disco a ruota di cavallo e cornicione poco pronunciato. Una pizza piacevole in un contesto un po’ rumoroso ma ai piedi del Duomo. Il servizio regge ritmi frenetici ma a volte è anche troppo sbrigativo.



Dimenticate ogni velleità (gourmet) voi che entrate. Giovanni “Nanni” Arbellini, 30 anni appena compiuti, dopo aver appreso il mestiere da scugnizzo, a Napoli, a 18 anni si trasferisce a Milano dove segue le aperture di Rossopomodoro, anche a Tokyo, ed entra nelle grazie dei milanesi col format Briscola – Pizza Society. Ma è con Pizzium che vi si consacra. Qui sviluppa infatti una pizza diversa da tutte le altre: buona, semplicemente buona, d’ispirazione partenopea e popolare, com’è nata. Margherita o Marinara, certo, ma anche declinata a livello regionale, come la Puglia, con pomodorini gialli, stracciatella e olive nere o la Lazio, una sorta di Carbonara capace di combinare ludibrio ed equilibrio. Una manciata di etichette, tra di vini naturali e birre, chiude il cerchio.


