In una via, acclimatatasi ormai come meta gourmet, a Milano, via Melzo, ha aperto la sua succursale il gruppo Crosta, la creatura bifronte di Giovanni Mineo e Simone Lombardi. Oltre che laboratorio di preparazione per la casa madre Crosta, questo luogo con affaccio singolo sulla via è il campione dello street food per eccellenza campano: la pizza a portafoglio, declinata in tante forme, sia tradizionale che creativa. Unico neo ? I prezzi, forse un filo elevati, che non precludono comunque la piacevolezza di una pizza fuoriclasse, nella sua categoria.
Satoshi Hazama, giapponese di Gunma, trascorsi nelle Langhe, in alcune cucine di Milano e all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, era pronto per aprire il suo ristorante di cucina kaiseki a marzo, prima che il lockdown gli tappasse le ali. Da quel momento solo pochi piatti take away o delivery. Poi,da giugno, finalmente, è partito con il suo ambito progetto. Oggi Hazama propone una autentica cucina giapponese eseguita con perizia e tecnica, utilizzando una materia prima di livello; un’offerta quasi unica a Milano che terremo sicuramente d’occhio. I soba sono fatti a mano e serviti con croccante di gamberi in tempura, cipollotti e una salsa dashi fatta in casa. L’anguilla viene scottata alla brace e finita al vapore per poi essere laccati con riduzione dei suoi succhi e salsa di soya e mirin con daikon marinato e tamagoyaki (frittata dolce): un piatto strepitoso! Ma buonissima anche l’insalata di patate, mortadella fagiolini e maionese al basilico o il wagyu leggermente scaldato sotto la salamandra. Da settembre verrà proposto un percorso kaiseki articolato; al momento ci si può accontentare di un menu comunque abbastanza esaustivo di 6 portate a 40 euro. Il servizio di sala è gentile e garbato. Peccato per le tempistiche di servizio, eccessivamente lente. Ma siamo fiduciosi per la prossima ripartenza.
Il Camparino, situato all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele, è un’istituzione milanese con una storia che risale agli inizi del ‘900. Recentemente ha subito un importante intervento di ristrutturazione e restyling che ne ha lasciato intatto il fascino e recuperato lo stile Liberty dell’epoca. Al piano terra c’è il celeberrimo bancone in legno del Bar di Passo, dove fermarsi per una colazione o un drink informale; salendo al primo piano, invece, si trova l’elegante Sala Spiritello e una proposta più curata e strutturata. Oltre agli immancabili classici che hanno come protagonista il celebre bitter (Americano, Negroni, MI-TO…) ci sono degli interessanti twist. I cocktail sono accompagnati da sfiziosi stuzzichini come i panini al vapore, le gallette e le mandorle salate, tutti di pregevolissima fattura.
Design ‘cosmopolitano’ per questo elegante locale di cucina giapponese posto nella parte sud-orientale della città, non troppo distante dalla Fondazione Prada. L’ampia carta (presentata su tablet) è basata su una materia prima di discreta qualità tramite cui dare vita ai classici del Sol Levante, proposti con cura e senza eccessiva “domesticazione” occidentale. Vasta è la scelta di sushi, sashimi, uramaki e nighiri, mentre fra i piatti caldi non mancano gustosi yaki udon e yaki soba (rispettivamente pasta di farina di grano duro e di grano saraceno saltate con verdure e gamberi), oltre a ravioli in varie fatture e tempura. Buoni anche i carpacci e le tartare di salmone, tonno, riccola, gamberi rossi. Degni di nota i piatti a base di wagyu, fra i quali i ravioli di wagyu Miyabi Beef con tartufo nero. Curata carta dei vini (resa ancor più importante dalla presenza di un sommelier), ricca di etichette blasonate sia italiane sia francesi, proposte, però, a prezzi da capogiro. Bella selezione di sakè, oltre a qualche nota birra giapponese. Conto sui 55 euro.
Fratelli Torcinelli ha aperto da poco più di un anno con l’intento di replicare a Milano il format del fornello pronto pugliese, un modello di ristorazione che sembra adattarsi perfettamente al periodo che stiamo vivendo. La scelta delle pietanze è limitata a pochi prodotti di elevata qualità: le bombette, involtini di capocollo di maiale impanati nel pan grattato, risultano morbide e molto saporite, così come la zampina, un’ottima salsiccia condita tipicamente pugliese. Semplici, in linea con la tradizione, i contorni tra cui spiccano le patate cotte intere al forno. La carne è accompagnata da due tipi di maionese home-made, una al limone e una al pimenton. Dal menù si possono scegliere anche alcune etichette di vino e birra. ll packaging è plastic free ed è perfetto per conservare al caldo la carne. È disponibile un servizio delivery nel comune di Milano (gratuito per ordini superiori a €35), i prodotti in questo caso andranno riscaldati leggermente prima di essere gustati.
La Gastronomia Yamamoto sforna le sue prelibatezze anche in pieno lockdown portando la cucina casalinga giapponese sulle nostre tavole di casa. Non è previsto intervento da parte del cliente se non nel riscaldare le pietanze in comodi e capienti recipienti compostabili (anche i coperchi!). Sono disponibili i classici inossidabili e, al momento, una novità stagionale. Il Gyu don (ciotola di riso con straccetti di manzo stufati e stracciatella di uovo), il Katsu tamago-togi don (ciotola di riso con sopra cotoletta di maiale croccante con un twist di cipolle dolci e uovo) e gli immancabili Onigiri (polpetta di riso farcita) si prestano facilmente al trasporto e mantengono intatto il sapore originale. Il Katsu sando risente un po’ del pack di carta che lo avvolge, rimarchevole però è la cottura della cotoletta e la proporzione degli ingredienti del panino. I golosi mochi artigianali al matcha chiudono in dolcezza il pasto. Sono disponibili anche sfiziosi articoli da dispensa. Nel vostro sacchetto troverete inoltre le istruzioni per creare la vostra gru di carta e prendere parte alla raccolta di 1000 origami. Le foto e le descrizioni sulla piattaforma di consegna rendono semplice scegliere sin dal primo ordine.
La Trattoria Masuelli è stata tra i pionieri del delivery nell’alta ristorazione a Milano ai tempi del Covid-19. Il menù cambia ogni settimana, mantenendo in lista alcuni grandi classici da sempre nella carta del ristorante. Il servizio di consegna funziona in tutta la città di Milano, tutti i giorni sia a pranzo che a cena (basta ordinare un paio di ore prima direttamente via telefono). Le pietanze vengono consegnate in piccoli contenitori con sopra le indicazioni per rigenerarli e/o comporli in pochi minuti. Il risultato è di gran livello, l’ossobuco con il riso al salto è praticamente identico a quello che si gusta ai tavoli della trattoria. Eccezionali anche i mondeghili, un po’ troppo asciutte, invece, le milanesine con patate al forno. Ottimo il rapporto qualità prezzo della proposta, sebbene i prezzi siano stati leggermente ritoccati a rialzo nel corso delle settimane. Il servizio delivery è gratuito per ordini superiori ai 30€.
Disinvoltura in sala e una cucina che, complice la solidità della maturità, vanta sempre più equilibrio e, dunque, personalità. Quella di Eugenio Boer (che in alfabeto fonetico si legge Bu:r) sa far vibrare le corde di una golosità voluttuosa imperniata di classicismo e d’eleganza e che ha trovato l’esatta collocazione tra la dimensione pubblica – un certo autocompiacimento nella presenza lipidica di stampo classicista – e privata o, meglio, personale, in piatti che sono “concetti di degustazione” e che spesso raffigurano i passaggi salienti della vita creativa dello chef. Ne nascono passaggi di grande ispirazione e bellezza estetica come Miseria e Nobiltà dove al boršč si combina l’ostrica o l’evoluzione della lepre alla Royale realizzata con ragout di lepre, cioccolato, foie gras, tartufo nero e vino di visciole. Vena intimista, solida tradizione classica e una certa coerenza cromatica: questo, oggi, è Bu:r.
Barbacoa, nel cuore del quartiere Isola, è uno dei pochi avamposti della cucina tradizionale brasiliana e più precisamente dell’arte del churrasco, che consiste nel cuocere su spiedi a forma di spada differenti tagli di carne (ben 14 tagli differenti, per lo più di manzo) che vengono poi affettati e serviti direttamente al tavolo. Il menù “à la carte” è sostituito dal rodizio perché la carne viene servita senza sosta dai camerieri fino a che non si è sazi. La varietà non manca di certo, ma è imprescindibile un assaggio di picanha (codone di manzo), non molto comune da queste parti ma senza dubbio il taglio più iconico del churrasco, caratterizzato da una godibilissima copertina di grasso esterna. L’ambiente è molto elegante e ben curato così come il servizio, estremamente gentile e solerte. Completa l’offerta una carta dei vini notevole, in cui figurano grandi rossi italiani e internazionali.
Casa Lucia accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera calda, luci soffuse, i mattoni a vista alle pareti e una grande bottigliera. La chiusura ad ora tarda fa sì che sia compatibile con un dopoteatro, data anche la vicinanza al Teatro Nazionale. Sulla strada vi è una veranda abbastanza raccolta data anche la vicinanza con il flusso delle auto sulla via. Il menu è vario e propone pizza, primi e secondi sia di carne che di pesce, perfetto per accontentare clienti dalle voglie assortite. La fattura dei piatti è buona, senza particolari guizzi, onesta. La carta dei vini è nutrita, vi sono anche grandi classici di spessore. Il servizio è cordiale e premuroso. I tavoli ravvicinati, a capienza completa, rendono il locale rumoroso.