Passione Gourmet giapponese Archivi - Pagina 2 di 2 - Milano Passione Gourmet

Shiki – Delivery box

Shiki appartiene a quella categoria di ristoranti che, grazie a un sistema di delivery ben collaudato, è riuscita a non fermarsi nonostante l’emergenza. Per ordinare bisogna accedere al sito del ristorante, una vera chicca in termini di funzionalità e grafica, scegliere i piatti e la fascia di consegna che si preferisce e, in tempi brevi, si riceverà l’ordine. Il menù offre una panoramica molto completa sulla cucina giapponese: oltre alle varie tipologie di sushi, sashimi e roll si possono trovare alcuni classici nipponici difficilmente reperibili in città tra cui okonomiyaki e takoyaki. Questa volta la nostra degustazione si è soffermata sul sushi che, a onor del vero, ha complessivamente deluso le aspettative non tanto per la qualità del pesce ma per la cottura e il condimento del riso. Il packaging, pur mantenendo una sufficiente funzionalità, non è particolarmente curato per scelta dei materiali e l’aspetto estetico.

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La Gastronomia Yamamoto sforna le sue prelibatezze anche in pieno lockdown portando la cucina casalinga giapponese sulle nostre tavole di casa. Non è previsto intervento da parte del cliente se non nel riscaldare le pietanze in comodi e capienti recipienti compostabili (anche i coperchi!). Sono disponibili i classici inossidabili e, al momento, una novità stagionale. Il Gyu don (ciotola di riso con straccetti di manzo stufati e stracciatella di uovo), il Katsu tamago-togi don (ciotola di riso con sopra cotoletta di maiale croccante con un twist di cipolle dolci e uovo) e gli immancabili Onigiri (polpetta di riso farcita) si prestano facilmente al trasporto e mantengono intatto il sapore originale. Il Katsu sando risente un po’ del pack di carta che lo avvolge, rimarchevole però è la cottura della cotoletta e la proporzione degli ingredienti del panino. I golosi mochi artigianali al matcha chiudono in dolcezza il pasto. Sono disponibili anche sfiziosi articoli da dispensa. Nel vostro sacchetto troverete inoltre le istruzioni per creare la vostra gru di carta e prendere parte alla raccolta di 1000 origami. Le foto e le descrizioni sulla piattaforma di consegna rendono semplice scegliere sin dal primo ordine.

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Yoshinobu è una storica insegna giapponese di città, dove si può trovare un’eccellente materia prima ittica. Il locale è essenziale, ci sono due sale, la prima ospita una dozzina di coperti mentre nella seconda è ubicato il classico sushi bar; dietro il bancone (che ospita pochi coperti) c’è Yoshi, lo chef, ed è un vero e proprio spettacolo ammirarlo mentre con calma ed eleganza realizza i tradizionali nigiri, imperdibili quelli con la ventresca di tonno e l’anguilla fresca. C’è anche un menù del giorno, in cui si possono trovare proposte originali che esaltano le parti meno nobili, ma più saporite, del pesce, come l’ottimo collo di scorfano alla brace con salsa allo yuzu. La cantina, oltre ad alcune classiche referenze, vanta interessanti etichette di piccoli produttori. Puntuale e disponibile il servizio.

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Osaka da venti anni allieta i pasti dei suoi avventori in zona Moscova. L’ingresso è defilato, in una corsia nascosta di corso Garibaldi, una volta entrati si viene investiti da un autentico sapore nipponico. L’estrema cortesia, l’eleganza minimale delle sale, la possibilità di accomodarsi al banco, davanti agli itamae, in salette più riparate o presso tavoli più usuali, tutto confluisce in una esperienza che può modularsi in base alle proprie necessità. Nato come luogo vocato ai ramen, Osaka oggi dà la possibilità di scegliere anche tra l’alta qualità del suo sushi e piatti più tradizionali come il Curry set o il Tonkatsu (cotoletta di maiale). Oltre a una buona carta di vini vi verrà data anche una lista dei sake, tra i quali spicca un buon sake della casa. I prezzi sono adeguati alla zona e alla qualità di quanto offerto, ma si segnala la possibilità di risparmiare con i set lunch del pranzo.

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L’izakaya, in Giappone, è una tipica tavola dove condividere piatti tradizionali e, magari, sorseggiare un ottimo sake. La fine della giornata dei milanesi contemporanei potrà avere un esito molto simile a quello del giapponese grazie a Kanpai (che tradotto significa infatti Salute o, à la santé) nuova insegna in zona Porta Venezia nata dalla passione di tre soci per il paese del Sol Levante. A tal proposito va detto che Kanpai non è solo cucina tradizionale giapponese ma un salto vero e proprio nelle strade di Tokyo, con elementi iconografici che, ovunque, fanno rivivere l’autentica vita metropolitana. La cucina propone diversi piatti, tante tecniche di cottura e marinatura, con il tocco innovativo della chef Jun. Niente sushi ma una proposta di sashimi e piatti semplici, oltre ad un’ampia proposta di sake e, volendo, ottimi cocktail. Tra i piatti, meritano una menzione la ciotola di riso con la melanzana cotta in tre tempi, lo sgombro marinato in aceto di riso e la Kanpai soba.

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Yoji Tokuyoshi ha inventato un nuovo genere culinario: una contaminazione inedita e personalissima di cultura italiana e giapponese, che sono poi le due anime che lo abitano. Non poteva essere altrimenti, del resto, dopo nove anni come secondo di Massimo Bottura, e difatti il suo menu Omakase è sì un viaggio, ma nella sua interiorità. E così si sorbiscono uno a uno tutti i consommé e i brodi e gli estratti e gli infusi che hanno popolato la sua quotidianità più prossima, mentre a ingredienti come l’anguilla, il wagyu, il lardo di Colonnata e a una bislacca pizza capricciosa è dato di rappresentare, oltre al suo mondo interiore, anche la parata degli antipasti. Ma c’è anche un impeccabile, quasi francescano spaghetto nella contemporaneità di Yoji, e un indimenticabile petto d’anatra.

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