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Mini Maoji – Delivery box

Vivi lontano da NoLo e non puoi essere raggiunto dal servizio delivery di Mao Hunan e Maoji? Mini Maoji fa al caso tuo, piccolo distaccamento che col suo street food tiene alta la bandiera del gruppo. La proposta è più snella ed incentrata su Bao (10 varianti), snack e qualche piatto principale. L’ordine si espleta facilmente tramite le piattaforme più classiche. Il pack è essenziale, quasi spartano ma funzionale.  Il bun del bao risente inevitabilmente dell’umidità dovuta al trasporto, giungendo più morbido di quanto già non sia in origine. Delicato il Bao al baccalà, sempre golosi gli involtini di gambero, che nella pasta fillo mantengono la croccantezza, e i fagottini di Maoji, che invece risentono più dell’umidità. Semplici da riscaldare i piatti principali a base di riso che mantengono tendenzialmente inalterati i sapori. Attenzione a non scaldarli eccessivamente, potreste rovinare la consistenza del riso.

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Tra Moscova e Garibaldi è da poco sorto un nuovo ristorante nel quale gli appassionati di noodles tradizionali cinesi troveranno il loro paradiso. Il Gusto della Nebbia ha un menu piuttosto ristretto che si ispira al gusto di Chongqing: antipastini, qualche bao, riso in ciotola di pietra e noodles. Due piccoli menu a parte permettono di godere di stuzzichini inusuali. Per molti piatti viene data la possibilità di scegliere tra non piccante, poco piccante e piccante: ecco, siate consapevoli che “poco piccante” è qui solo un pallido eufemismo. Il locale è raccolto, elegante nella sua essenzialità. Il servizio è informale, ma preda di qualche intoppo a locale pieno, più che perdonato date le attenzioni con le quali, poi, si pone rimedio. I prezzi sono in linea con la zona e la qualità di quanto proposto.

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Il bao, paninetto al vapore di provenienza asiatica, è uno dei nuovi tormentoni dei gastrofanatici milanesi. Goloso, sostanzioso e conveniente, da Bao House, nei pressi della fermata Lima, in un piccolissimo locale viene proposto il meglio dello street food made in Taiwan. Oltre a qualche antipasto tipico come riso, noodles e ravioli, la specialità della casa è proprio il gua bao come il classico Taiwan con pancetta brasata, cavolo, senape, arachidi e coriandolo, davvero buonissimo. Tra le altre sfiziosità, i pop corn di pollo fritto in una pastella speziata. Meno entusiasmante, invece, la frittata taiwanese con gamberi, dai sapori poco definiti. Ridotta la scelta di birre in accompagnamento; cordiale, infine, il servizio.

Mu Dim Sum è l’esempio di come la nuova era della ristorazione cinese si sta lentamente affermando. Interni e arredo curato, qualità della materia prima impiegata eccelsa, preparazioni espresse e ben realizzate. Tutto ciò in un contesto, dicevamo, di qualità. Mu Dim Sum, recita il nome, è la patria principalmente dei famosi ravioli cinesi, ma non solo. È l’espressione di una cucina fusion-asiatica da tenere in considerazione. E allora accomodatevi tra noodles, tutti ottimi, i bao, i panini al vapore della tradizione, e alcuni secondi piatti, qui detti piatti principali, di indiscusso valore e caratura.

Luca Catalfamo ha fatto sua l’identità culinaria del Sol Levante. Quella dei ramen, ove continua a stupire il suo brodo tonkotsu di ossa e grasso di maiale, bollito per ore, sgrassato all’uopo e nitidissimo nel sapore. L’attenzione alla stagionalità è il suo mantra, e si manifesta in piatti come la tempura, che avviluppa ingredienti di volta in volta diversi. Che il dinamismo sia l’anima della fusion? Può darsi, ma sono i dettagli qui a colpire, come l’uovo marinato della zuppa di miso, che sarebbe stata già perfetta da sola col suo cipollotto, i funghi shitake, il bamboo, gli spinaci novelli e l’olio al limone. Da provare, però, anche i bao e i dumpling di maiale e cavolo fermentato, le costine di maiale o il Kim Karage, ovvero il pollo disossato e fritto, croccantissimo, e senza la minima traccia di unto.

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