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La pizza Verdeoro, con friggiteli, pomodorino giallo, fiordi latte di Agerola, alici di Cetara e basilico.
Nel proliferare di pizzerie più o meno gourmet, tra impasti, lievitazioni, idratazioni e tecniche ataviche, la Gran Milan continua a offrire stimolanti spunti di riflessione: una di queste è Lievità, che il maestro pizzaiolo Giorgio Caruso ha dislocato in ben cinque punti dell’ecumene terrestre. In quello milanese di via Ravizza, le farine di crusca e germe sono mantenuti nella loro interezza nutrizionale e la maturazione è di 48h. Ogni pizza, qui, è un territorio, come la siciliana Melanzà con pomodoro San Marzano, tartare di melanzane, olio di Nocellara del Belice e scorzetta di limone candita o la Campania che, però, sconta un pomodoro del Piennolo un po’ troppo acido e un impasto un poco gommoso. Ottima, invece, la Verdeoro.